Paolo Levi - giacomo lisia

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Paolo Levi

 
 

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Di Paolo Levi


GIACOMO LISIA. Prima di tutto il suo colore: è molto materico, steso con sapienza. Certo, Giacomo Lisia è pittore di tradizione. Questo è un merito. Perchè soltanto all' interno di questa necessità di vivere e di afferrare il reale ci si scopre vivi.

Giacomo Lisia vive per la pittura, entro la pittura. Per questo artista la forma è colore e calore. Tutto, per lui, deve avere un senso. La natura, infatti, è l' unica certezza che lega l' uomo a questa terra. Il messaggio poetico di questo maestro è solo uno, rispettare il grande dono che viene dal Cielo.

I suoi sono fiori raccolti oppure un pettirosso che appare come un primo attore sulla tela, cactus che si esibiscono come una natura morta. Giacomo Lisia è un virtuoso della tavolozza. Mischia i colori, si destreggia con il pennello come un prestigiatore. Forse non si deve sapere se egli usa la matita per un primo abbozzo. Certamente, Giacomo Lisia appare con una doppia personalità. Da una parte egli porta in luce istintualità, colori allegri, fauves (i suoi girasoli non guardano, per esempio, al giallo solare di Van Gogh?), dall' altra esibisce un deciso self-control compositivo.

Impagina con intelligenza e fare meditativo la tela. Pone in risalto i particolari. Egli dimostra un' assoluta necessità di verità, che è poi la rappresentazione lirica del reale.
Quando, per esempio, affronta il tema dei fiori, e con amore si dedica alle forme dei ciclamini, Giacomo Lisia diviene curiosamente informale. In certi dipinti, pare che questo pittore, indubbiamente sicuro di sé, tenda alla sperimentazione dell' allusività formale. Ma egli ama troppo la natura, per non lasciarsi ricatturare da quel visibile che ha una propria scansione di piani, di sogni.


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