Nello Biondi - giacomo lisia

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Da "L' Arte nelle Marche"  n° 11/1984

Di Nello Biondi

INTERVISTA CON GIACOMO LISIA....
...il pittore Ciociaro che nel centro Italia....
... ha tre bellissime amanti che ricambiano con affetto il suo Amore
"LAZIO... MARCHE... e TOSCANA...."


    ma da tempo sta attirando a sé anche... altre regioni. La sua arte è avvincente, lo stile entusiasmante, si avvicina all' impressionismo... XX secolo: "...Lisiano".

Il cromatismo è di fattura propria che vivacizza la figura, ravviva il paesaggio, profuma i fiori e rende vive le nature morte, mette nella giusta luce le rovine di affreschi, suggerendo gli urgenti restauri...
Dieci anni fa a Fiuggi, incontrammo prima le sue opere quindi Lisia, di ritorno da Chianciano. Lo invitammo ad esporre a Macerata e così l' incontro avvenne nella Pasqua 1975.
In quasi dieci anni, di strada ne ha fatta molta, in special modo nella regione marchigiana.

Conversare con Lisia è un piacere; un artista ricco di cordialità e modestia. Questa intervista serve a farlo conoscere maggiormente, dagli inizi della sua carriera fino ad oggi.

1) Come e quando nasce in te l' amore per l' Arte?
R. - "Io penso che l' amore per l' arte sia sempre vissuto nel mio cuore, in quanto ho sempre ammirato la bellezza della natura.
In quinta elementare, per la sfida di un compagno di scuola, scoprii d' essere portato al disegno e successivamente ho sempre desiderato disegnare e dipingere; ma soltanto all' età di diciotto anni sono riuscito ad acquistare i primi colori ad olio, con molti sacrifici e rinunciando a molti spettacoli cinematografici"
.

2) Perchè dipingi?
R. - "Forse per la necessità di esprimermi e di comunicare con gli altri. Infatti tu sai che non sono un gran chiacchierone e non amo scrivere ed è quindi la pittura che mi dà certe possibilità.
Io non riesco ad immaginare la mia vita senza la pittura. Nel 1963 decisi di smettere poiché per me erano solo spese e per le mie condizioni economiche era un lusso che non potevo permettermi. Resistetti solo pochi mesi; dovetti riprendere i pennelli e la spatola"
.

3) Ci fu qualche buon amico che ti consigliò di frequentare l' istituto Statale d' Arte di Frosinone?
R. - "Il mio insegnante di disegno di terza media mi consigliò di iscrivermi all' Istituto Statale d' Arte di Anagni; ma, un po' per necessità di braccia per lavorare la terra altrui, un po' per l' impossibilità economica, dovetti lasciare gli studi per mettermi a lavorare. Soltanto dopo il servizio militare, dietro il consiglio del prof. Tommaso Cecilia, mi decisi a sostenere gli esami di Maestro d' Arte presso l' Istituto di Sora ed iscrivermi alla allora costituenda Accademia di Belle Arti di Frosinone".

4) Gli amici di Paliano come giudicarono questa tua volontà di studiare e così cambiare il tuo rapporto sociale con la vita di ieri?
R. - "Pochi veri amici ne furono contenti ed orgogliosi, ma la maggior parte, per invidia o per altro, ironizzavano".

5) Chi fu il tuo miglior insegnante che ricordi e che contribuì alla tua prima formazione?
R. - "Non ho avuto insegnanti che abbiano contribuito alla mia prima formazione. Infatti nel mondo dell' arte sono entrato come autodidatta".

6) E chi fu all' Accademia di Belle Arti il Maestro-Artista che completò la tua preparazione?
R. - "Forse a causa della neo-costituzione dell' Accademia penso di non aver avuto un β€œMaestro-Artista” che abbia completato la mia preparazione. Chi mi ha molto aiutato è stata la mia volontà di andare avanti, lo studio dell' anatomia e l' approfondimento nella conoscenza della Storia dell' Arte".

7) Chi ricordi con maggior affetto?
R. - "Con maggior affetto ricordo proprio la professoressa di Storia dell' Arte, Maria Stella Macchiarella Pastore, recentemente scomparsa, che con il suo amore per la disciplina è riuscita ad aprire maggiormente il mio orizzonte culturale".

8) Noi fummo lieti ieri per averti consigliato a diplomarti sulla pittura dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni di San Severino Marche, mentre oggi siamo orgogliosi dei tuoi successi. Perchè non ricordi tu ai marchigiani ed agli amanti dell' arte, la tua carriera artistica dagli inizi fino ad oggi?
R. - "Dopo aver dipinto per molti anni soltanto per soddisfazione personale e dopo molti incoraggiamenti da parte di amici e di qualche critico che aveva avuto occasione di vedere qualcosa di mio, nel 1966 ho tenuto la prima personale. Nel 1970 ho cominciato ad esporre a Fiuggi Fonte ed è stato allora che ho cominciato a sentirmi apprezzato e stimato da un pubblico proveniente da tutta italia.
Dal 1972 ho iniziato ad esporre anche in altre città: Roma; Milano, 1973. Venezia1974 e Agrigento e proprio quell' anno ebbi la fortuna di conoscerti. Mi portasti nelle Marche, invitandomi a tenere una "personale" a Macerata. È stato quello il mio punto di partenza per la conquista di gran parte della regione. E se il nome di Lisia ha oggi una buona eco nelle Marche, lo devo proprio a te ed ai tuoi scritti.
Il successo conseguito nelle Marche mi ha incoraggiato fino al punto che sono arrivato ad esporre le mie opere anche fuori d' Italia, Parigi, Charleroi, Monaco di Baviera e la Croix Val Mere
".

9) A quale grande Maestro del passato o del presente avvicini di più la tua arte?
R. - "Non è facile rispondere a questa domanda. All' inizio ho molto ammirato Renoir e gli altri impressionisti, poi Cezanne e Van Gogh.
Ho molto studiato ed apprezzato il lavoro dei fratelli Salimbeni di San Severino Marche, sui quali ho scritto la tesi di Storia dell' Arte per il diploma dell' Accademia. A parte questo, il mio vero e grande "Maestro", è la Natura cui mi son sempre ispirato, senza restar mai a secco di idee e raggiungendo così quel mio stile che tu per primo hai definito: "Lisiano"
.

10)  In quale centro marchigiano sei stato accolto con più entusiasmo?
R: - "Credo a Sarnano, dove tu mi hai presentato, ma anche a Pioraco e Fiuminata, Cingoli e Recanati mi hanno accolto con entusiasmo ed apprezzamento, come un po' tutti i centri che ho toccato".

11)  In quale città, in ordine cronologico sei finora stato?
R. - "Sarebbe lungo il nominarle tutte. Ricordo quelle che reputo più importanti: Roma, Milano, Frosinone, Venezia, San Remo, Agrigento, Caltanisetta, Macerata, Pesaro, Fiuggi (per vari anni), Baia Domizia, Rimini e tanti altri centri in provincia di Macerata".

12) Quante le "personali"?
R. - "Circa centotrenta, comprese le tre tenute all' estero".

13) Quante le collettive?
R. - "E chi le conta più! Basti pensare che in oltre duecento  ho avuto uno dei premi in palio. Tra le ultime ricordo: il primo premio a Cave (Roma), il primo premio alla rassegna di Perugia, ancora il primo premio alla grande Mostra di Manciano (Grosseto), il secondo a Colleferro (Roma) ed ancora il primo premio a Casapulla (CE) all' inizio del 1984".

14) Quale stampa, nelle Marche, si è interessata della tua Arte?
R. - "La stampa che più ha scritto di me è Motoristica Marchigiana con L' Arte nelle Marche da te dirette, scritte e distribuite gratuitamente. Poi il Resto del Carlino, il Messaggero e "L' Appennino Camerte". Ma il tutto è partito da te, ed io te ne sono grato e ti ringrazio con tutto il cuore".

* * * * *

In un catalogo, abbiamo tra l' altro scritto:- "la fantastica evoluzione nel campo pittorico paesaggistico di Giacomo Lisia, dall' incontro avvenuto la prima volta nel settembre 1974 con i suoi quadri a Fiuggi, ha raggiunto livelli che nessuno avrebbe mai immaginato; nemmeno i più accesi sostenitori.
...Giacomo Lisia, a nostro giudizio, si è autorevolmente posto tra i "veristi" e gli "impressionisti". I suoi quadri costituiscono delle vere opere d' arte ricche di particolari. La scelta è difficile. Sono tutti consigliati e consigliabili non soltanto per arredare ma per arricchire l' abitazione o un ufficio di un' opera, la cui visione non stancherà mai.

Franco Miele, pittore e critico d' arte ricco di equilibrio, nemico di ogni forma di adulazione, parlando di Giacomo Lisia, ha tra l' altro affermato:- "... nelle inquadrature di Giacomo Lisia abbiamo così una viva adesione del pittore a tutto ciò che ci circonda: in un rispetto del vero che non vuol dire passiva accettazione delle cose, ma al contrario capacità di riprodurre la natura nei suoi molteplici aspetti alla nostra attenzione su un piano più intenso e variegato.
Il segno diventa così veicolo di un cromatismo quanto mai vivace che si sprigiona sulla tela di un armonico distribuirsi delle tinte che variano dall' ocra al giallo, dai rossi al bleu, dai verdi al viola attraverso preziosi impasti. La rappresentazione finisce così per diventare come un incantamento ove la realtà è ai limiti della fiaba".

I giudizi critici su pittore ciociaro di Paliano sono moltissimi ed emessi da autorevoli personalità. Non li ha mai richiesti, perchè qualche precedente offerta, ha fatto scattare alla rovescia la sua calma, mettendolo in condizione di reagire apertamente, contro prezzolati, critici a gettone, con uno scritto significativo e di condanna, servito poi quale autopresentazione per una sua polemica presentazione.


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