Mario Monteverdi - giacomo lisia

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Mario Monteverdi

 
 

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Da "Itinerari d' Arte" Vol. 1  1999
Di Mario Monteverdi

GLI ASPETTI REALI E POETICI DELLA PITTURA DI GIACOMO LISIA


La varietà espressiva della pittura di Giacomo Lisia nasce dalla ricchezza di interessi figurativi insiti nel pittore ciociaro: se la natura, la realtà della vita, la riconoscibile identità dei soggetti, la suggestione degli ambienti urbani e paesistici, la semplice evidenza dei fiori e dei frutti costituiscono un' incessante fonte di ispirazione, ognuno di codesti temi diviene per lui il pretesto di un' emozione che, di volta in volta, si traduce nei termini più acconci. Termini stilistici, beninteso, termini di linguaggio pittorico, libertà di esprimersi entro quei limiti che il rispetto del soggetto comporta: un rispetto che è anche rivolto a colui che guarda il quadro e che giustamente ritiene di dovervi riconoscere ciò che ha suscitato l' emozione del pittore e che si palesa proprio in virtù di tale sua capacità di esternarla, di farne cioè un argomento poetico che, per la via degli occhi, si comunichi a tutti. E' questo un discorso che potrebbe sembrare addirittura ovvio a chi consideri la pittura una forma d' arte ancora capace di attingere al sentimento e di fissarlo in immagine.

Discorso che appare sin troppo arduo e impegnativo per chi si è lasciato sedurre dai facili espedienti di coloro che hanno cercato di svincolare le arti dal severo impegno del mestiere, della dignità formale, della capacità manuale raggiunta a prezzo di studio e di sacrificio. Quasi che queste, che furono sempre considerate virtù intrinseche alla pratica dell' arte, fossero d' un tratto divenute le peggiori nemiche della fantasia, dell' estro, dell' immaginazione.

In verità, un pittore come Giacomo Lisia accende la sua fantasia proprio a contatto con la realtà; ossia scoprendo all' interno di essa quei valori che riescono a trasformare un corpo, un gesto, ovvero un fiore, una strada di paese, una spiaggia, un arnese di cucina, nell' espressione di una vita interiore che è proprio quel soggetto, ma anche qualche cosa di più, e cioè il sentimento che vi è racchiuso, il mistero che si svela solo se si è capaci di scoprirne l' intima essenza.
Ma - posto che Lisia ha dalla sua una robusta preparazione, un solido concetto del mestiere, una benintesa considerazione del lavoro come premessa indispensabile per attingere ad una realtà poetica - qual' è l' elemento che gli permette di trasformare il vero quotidiano in una fantastica evocazione di brani di realtà rivissuti come pretesti di poesia?
Non è indiscreta la pretesa di entrare nel mondo segreto di un artista per estrarne tutte le componenti e far sì che il suo linguaggio divenga la guida per interpretarne i sentimenti.

Indubbiamente un vigoroso disegnatore come Giacomo Lisia non ha problemi nel definire plasticamente la forma, nel conferirle tutta la sua evidenza volumetrica. Su quest' elemento di base si innesta, come fattore determinante, il colore. E' qui che il naturalismo dell' artista ciociaro si riscatta da quella eredità tardo ottocentesca che ci si ostina a voler individuare in chi ha saputo rispettare l' integrità dell' immagine. Se volessimo parlare di una discendenza dal Michetti, da Vincenzo Migliaro, lo potremmo fare solo a titolo ideale, ma un abisso separa questa pittura dal  verismo ottocentesco. E quest' abisso è segnato dalla diversa concezione coloristica. Là dove si tendeva a far della tavolozza lo strumento che pittorescamente fissasse un aspetto fuggevole, estemporaneo della realtà, qui si tende a far coincidere la realtà medesima con l' immagine rappresentata in maniera ch' essa rimanga testimonianza non caduca di una esperienza visiva non effimera. Perciò il colore diventa non un mezzo per tradurre un' immagine in pittura, ma la pittura stessa è l' elemento che gli dà vita, la sua linfa, il suo sangue, è la luce.

Questa è in sintesi, la prassi di quell' operazione pittorica che conduce Giacomo Lisia dall' esercizio - peraltro sicuro e, di per sé stesso, quanto mai meritorio - di un mestiere, alla realizzazione di un trasferimento dalla materia all' immagine di un modo poetico di concepire la realtà.
La sua fantasia sta dunque dentro nelle cose e non evade dalla realtà per rifugiarsi nel mondo nebuloso delle idee: se qualche volta lo fa, è per tuffarsi un attimo nel mito e attingere a quella fonte nuova linfa per arricchire il proprio patrimonio di poetiche esperienze. D' altronde, un pittore così ricco di valori espressivi non può neppure aver ignorato quegli inevitabili riferimenti non dico alle mode - chè, ad esse Giacomo Lisia ha saputo mantenersi rigorosamente estraneo -, ma ai mezzi espressivi ricorrenti che inevitabilmente interferiscono nel nostro linguaggio: ebben lo sappiamo vedendo quanto essi incidano sul nostro parlar quotidiano.

Perciò, in anni oramai lontani, l' allor giovane - o addirittura giovanissimo -  pittore ciociaro vide e sentì il fascino di una pittura tonale che indubbiamente ne affinò i rapporti e ne rese più sensibili i valori cromatici. Ma da queste influenze, la sua personalità passò indenne, tutta protesa al ricupero di altri e, per lui, più essenziali valori: quelli di una natura - nel senso più ampio e più completo del termine - che si proponesse quale realtà - umana  ed ambientale ad un tempo - in cui si accentrassero tutte le sue attenzioni, perchè in essa era una tal gamma di emozioni da essere più che sufficienti per offrire una visione pressochè totale di ciò che passa sotto gli occhi di un artista per trasformarsi in arte.
Le rare evasioni da codesta realtà hanno un contenuto allegoricamente religioso e perciò esse stesse rientrano a pieno in quella realtà dello spirito che è un' altra faccia, e non certo la meno importante e suggestiva, di un panorama visivo inteso a cogliere attraverso gli aspetti esterni, anche la più intima natura delle immagini. Dove i termini si mescolano al punto che non è più possibile scinderli l' uno dall' altro, come non è possibile scindere in un artista ciò che compone il suo modo di essere artigiano da quello di essere poeta.

Nella pittura di Giacomo Lisia tutte quelli componenti si sono fuse: di volta in volta noi possiamo riconoscere, nelle sue tele, le emozioni che abbiamo provato davanti ad uno spettacolo della natura, davanti ad una creatura vera o sognata, davanti alle piccole cose che regalano un profumo all' esistenza quotidiana e i suoi quadri divengono lo specchi di una realtà poetica colta nella piena fioritura del proprio aspetto e nell' essenza della propria ragion d' essere.


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